domenica 8 ottobre 2017

IL COLORE DELLA RABBIA


Questa volta segnalo un volume in lingua inglese, il manga Color of Rage, con i testi di Kazuo Koike e i disegni di Seisaku Kano, edito negli Stati Uniti qualche anno fa dalla Dark Horse. Ne sono protagonisti due uomini, sorta di coppia di ronin, in viaggio lungo il Giappone del periodo Edo. I due sono in realtà schiavi fuggiti dalla nave su cui erano prigionieri e approdati fortunosamente sulle coste nipponiche, ma mentre uno è giapponese l’altro è africano. Così il primo ben conosce la realtà del luogo, ma il secondo ne è completamente estraneo, mentre colore della pelle e dimensioni fisiche gli rendono estremamente difficile passare inosservato. Ma ciò che più lo fa sentire fuori posto è l’abisso cultrale che lo separa dai giapponesi. Paradossalmente, l’unico elemento sociale che gli è familiare è lo stato di schiavitù (anche se non dichiarata, effettiva), in cui si trovano i giapponesi più poveri e da cui ha fatto di tutto per sfuggire. Ovviamente il manga punta più sull’azione, con continui scontri a colpi di katana tra i protagonisti e i loro inseguitori, che non su elementi sociali e filosofici, ma non si può fare a meno di notare la condizione di straniero in terra straniera di uno dei personaggi, e apprezzare i dettagli storici di cui è infarcito il volume. Il disegno di Seisaku Kano è quello tipico del genere jidaimono, di matrice realistica, dai retini usati con saggezza e una forte dose di violenza. Complessivamente un volume davvero interessante, lontano anni luce dalla semplicistica avventura per ragazzini. 
PS
Un samurai di colore è realmente esistito, ma questa è un'altra storia e magari ne parleremo un'altra volta.


COLOR OF RAGE
di Kazuo Koike e Seisaku Kano
ed. Dark Horse
414 pagine - 14,95 dollari

sabato 7 ottobre 2017

COLORARE KYOTO


Chi scrive ha una pessima opinione dei libri da colorare che ultimamente imperversano nelle librerie di mezzo mondo. Li trova passatempi inutili e un poco stupidi per adulti che non ha nulla di meglio da fare. Il libro segnalato in questo post, tuttavia, rappresenta una piccola eccezione. Innanzitutto, la qualità dei disegni da colorare è abbastanza elevata, con la presenza di sfumature di grigio. Inoltre, ogni immagine è accompagnata da testi (in giapponese e in inglese) che illustrano la storia e le caratteristiche del soggetto raffigurato (un tempio, una strada, un edificio, ecc.). In questo modo, il volume diventa anche una particolarissima guida alla città di Kyoto. Inoltre, esempi di colorazioni già effettuate mostrano come si possa essere creativi, trasformando l'operazione in un vero e proprio esercizio di pittura, piuttosto che nel banale riempimento di spazi bianchi tipico di questo genere di produzioni. Insomma, se amate il Giappone e vi piace dipingere fa per voi. In Italia può essere acquistato presso fioridiciliegioadriana@gmail.com.



giovedì 5 ottobre 2017

I MOSTRI DELLA NONNA


Lo scomparso Shigeru Mizuki è un fumettista molto popolare in Giappone ove è considerato una vera e propria superstar. Quando è ancora un fanciullo un’anziana vicina, soprannominata NonNonBa, gli racconta decine di storie di yokai, creature fantastiche del folklore nipponico, che gli restano impresse nella memoria. Per questo, una volta diventato adulto, la maggior parte dei suoi fumetti ruotano attorno a storie ricche di macabri misteri e temibili mostri, inventati o prelevati dal folklore nipponico, quegli yokai di cui in gioventù gli parlava nonna NonNonBa. È forse la riconoscenza per quanto insegnatole dalla vecchietta a spingere Shigeru a dare forma al manga che porta il suo nome, NonNonBa, nel quale ritrae entrambi e, in una via di mezzo tra un volume autobiografico e una piccola enciclopedia di mostri, consegna ai propri lettori quei racconti sotto forma di fumetti. Fantasmi e altre creature hanno un ruolo importante nelle storie, in parte autoconclusive e in parte legate a formare un unico romanzo grafico, ma l’autore risulta efficace anche nel tratteggiare la società giapponese e la vita degli anni Trenta, colma di tradizioni e allo stesso tempo affascinata dal progresso che avanza, tanto da rimanere incantata da ascensori e da treni che viaggiano sottoterra. Gli spettri delle nonnina sono creature del buio, che rischiano di sparire sotto i riflettori accesi dalla luce elettrica, simbolo di una modernità che migliora la vita delle persone ma potrebbe rappresentare un pericolo per la tradizione. Mizuki lascia in eredità una suggestiva testimonianza di quei giorni lontani e di quei fantasmi, reali o immaginari, che un tempo erano molto più vicini agli esseri umani.


LA SCHEDA
Titolo: Nonnonba – Storie di fantasmi giapponesi
Autore: Shigeru Mizuki
Editore: Rizzoli Lizard
Numero pagine: 416
Prezzo: 22,00 euro


mercoledì 4 ottobre 2017

LA PELLE DEL DEMONE BLU


Nel libretto "La pelle del demone blu", partendo dalle antiche leggende dedicate agli oni, i demoni della tradizione giapponese, Takashi Yoichi scrive una piccola fiaba di sua personale creazione. Punto di partenza è uno scherzo che Yosuke, un ragazzo del Giappone feudale, escogita ai danni dei propri compaesani: trovata la pelle blu di un oni, decide di indosasarla per spaventare gli abitanti del villaggio. Lo scherzo gli si ritorcerà contro, portando a conseguenze inaspettate. I meccanismi della fiaba, insomma sono rispettati e la storiellina scorre lieve, allietata dalle belle illustrazioni in stile pittorico di Saito Hiroyuki, che con bei tratti di pennello e macchie di colore (prevalentemente blu e rosso, i colori degli oni) dà un sapore antico al tutto, seppur con un gusto moderno nell'essenzailità zen di ogni immagine. Pregevole anche l'edizione, seppur costosa, con ottima carta e grafica e un ricco apparato redazionale a fine volume, incentrato sulla tradizione nipponica e le leggende sugli oni.

LA SCHEDA
Copertina flessibile: 48 pagine
Editore: Casadeilibri (1 dicembre 2005)
Collana: Porte dei sogni
Prezzo: 15,00 euro

lunedì 2 ottobre 2017

UN POSTO DOVE VIVERE


Per molte persone il raggiungimento di una determinata età – 40, 50 anni o anche più – porta a un cambiamento di prospettive, a un atteggiamento che spinge lo sguardo a volgersi verso il passato piuttosto che verso il futuro. Non è una cosa negativa, al contrario. Ci si rende conto di come la propria infanzia sia stata importante nel processo di crescita, di quanto esperienze, situazioni, oggetti e molto altro ancora siano risultati significativi e di come ognuno di loro, per quanto apparentemente piccolo e insignificante, rappresenti un fondamentale tassello nel complesso puzzle della nostra vita e personalità. Questo recupero del passato può avvenire in vari modi: semplicemente ricordando, oppure raccontando oralmente a chi ci sta vicino (ascoltate sempre i racconti degli anziani, per loro sono importanti e magari imparerete qualcosa), o ancora cercando di recuperare la “tattilità” di quel tempo (chi scrive ha uno studio pieno di oggetti della sua infanzia, dai giocattoli alle lampade da tavolo fino agli spazzolini da denti di Paperino). Altri ci scrivono dei libri, alcuni disegnano dei fumetti. È il caso, quest’ultimo, di Midori Yamane che nel volume “Un posto dove vivere” recupera, con le immagini oltre che con le parole, la propria infanzia vissuta in Giappone tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta. È quasi un lavoro psicanalitico il suo, terapeutico, il riannodare fili rimasti a lungo penzolanti e solitari. Fili molto lunghi, dato che da decenni Midori risiede in Italia e quindi lo “stacco” tra passato e presente è ancora più ampio, e il ricordo più evocativo, poiché legato a una cultura e a una società molto differenti da quelle in cui vive attualmente. Midori è un’esperta conoscitrice del manga, il fumetto giapponese, che ha frequentato come lettrice, traduttrice, redattrice, insegnante e, infine, come autrice proprio con questo volume. Il suo non è certo un tratto da disegnatore virtuoso, ma piuttosto puntato a un’essenzialità tutta giapponese e a una scelta attenta delle inquadrature e dei ritmi narrativi. Ogni ricordo è presentato sotto forma di brevissimo racconto in quattro tavole, incentrato su una festa tradizionale, un elemento di arredo della piccola casa giapponese, un gioco tra bambine e via dicendo, con gli sfondi ridotti all’osso a vantaggio delle figure umane, solo apparentemente infantili al contrario estremamente comunicative. A differenza della tradizione manga, Midori inserisce molto testo in ogni vignetta, non solo dialoghi ma anche lunghe didascalie. Una scelta imposta dalla brevità dello spazio ma, mi piace pensare, anche dalla “adozione” italiana di Midori, che dal nostro Paese deve aver assorbito un po’ del piacere delle parole, del chiacchiericcio, di quella ricca comunicazione verbale poco diffusa tra il più silenzioso popolo giapponese. Leggere “Un posto dove vivere” è un po’ come curiosare in un diario personale, ma anche come immergersi in un mondo diverso. Certamente taluni aspetti risultano universali, come la voglia di giocare dei bambini, i rimproveri dei genitori, la gioia nell’assaporare un dolce, ma il tutto è avvolto in “abiti” assai differenti, grazie a tradizioni e a un quotidiano asiatico profondamente distinto dal nostro. Molto di quel quotidiano non esiste più, dato che di acqua ne è passata sotto i ponti, ed è uno dei motivi per cui l’autrice ha sentito il bisogno di preservarlo sulla carta, ma la sua anima più profonda resiste ancora sotto la patina di occidentalità che ricopre il Giappone moderno. A questo scopo risulta utile anche la sezione finale del volume, dove, sempre per voce di Midori, vengono spiegati i dettagli che possono risultare ostici ai lettori italiani poco avvezzi alla cultura giapponese. L’italiano talvolta incespicante di Midori rende ancora più affascinanti i brevi testi, donandogli un ulteriore tocco di giapponesità, e “giapponesità” è proprio uno dei termini raccontati in quell’illustrato glossario.
Se volete conoscere qualcosa del Giappone, potete comprarvi una bella guida turistica in cui trovare ogni genere di informazioni storiche e geografiche, ma se desiderate assaporare le emozioni di una bimba giapponese, apprezzare i gesti di un mondo lontano nello spazio e nelle tempo, leggete “Un posto dove vivere”, perché quel posto vive ancora nel cuore e nella mente di Midori.
 
Midori Yamane
Un posto dove vivere
Upper Comics, pp. 120, euro 10,00


domenica 1 ottobre 2017

LE ILLUSTRAZIONE DI IKEDA MANABU


Ikeda Manabu è un artista giapponese che vive negli Stati Uniti, e che ha sviluppato uno stile grafico che media tra le due culture. È specializzato in gigantesche illustrazioni strabordanti di dettagli, così ricche che lo sguardo di chi osserva si perde al loro interno, scoprendo, a ogni nuova occhiata, qualcosa di nuovo. Che si tratti di paesaggi fantastici, o di riproduzioni di animali esistenti, il suo disegno mantiene il medesimo approccio fatto di una miriade di tratti a comporre un puzzle visivo che meraviglia e incanta. Il volume di grande formato dal titolo "The Pen" raccoglie un centinaio di immagini che ne ripercorrono la carriera artistica. In Italia il volume può essere richiesto a fioridiciliegioadriana@gmail.com.