martedì 31 gennaio 2017

CIOTOLA AMMACCATA

Contento di una ciotola ammaccata e di povere vesti,
La mia vita scorre serena.
Il mio unico compito: alleviare la fame e la sete,
Indifferente al mondo che mormora.

TOSUI (?-1683)

Tratto da "Poesie Zen", Newton Compton Editori

sabato 28 gennaio 2017

STORIA DEL GIAPPONE



Libro di imminente pubblicazione. Riporto la scheda dell'editore.

"Il Giappone è una realtà culturalmente distante che sfida la nostra conoscenza e le nostre categorie interpretative. Convinzioni e pregiudizi alimentano spesso una visione distorta, dimostrando come la sua percezione in termini di 'Estremo Oriente' continui ad agire a molti livelli della nostra comprensione. Con una metodologia storiografica innovativa, questo libro riduce le distanze narrando la storia del Giappone nei suoi aspetti economici, sociali, politici e culturali, dalle origini sino ai giorni nostri. La parte finale si concentra sulle recenti trasformazioni che hanno peraltro contribuito a ridisegnare la fisionomia della società giapponese nel nuovo millennio: dalle nuove strategie in politica interna ed estera al disastro della centrale nucleare di Fukushima, dai mutamenti nel mondo del lavoro a quelli nella struttura familiare e negli stili di vita."

venerdì 27 gennaio 2017

FASHION GIRLS DAL GIAPPONE


Immaginate di essere giapponesi. Appena comincerete a frequentare le scuole elementari, o addirittura l'asilo, vi verrà data da indossare una divisa scolastica, uguale per tutti gli alunni dell'istituto che frequenterete. Quando passerete alle scuole medie, ve ne verrà data un'altra, e via di seguito. Il più delle volte si tratterà di pantaloni scuri e camicia chiara per i ragazzi (con aggiunta di giacca per le scuole superiori), di gonna corta e camicetta per le ragazze. Una volta finita la scuola ed entrati nel mondo del lavoro, apparentemente non dovrete più indossare una divisa, solo apparentemente… Infatti ogni impiegato maschio che si rispetti deve portare abito con giacca e cravatta e rigorosa camicia bianca. Un abbigliamento di fatto uguale per tutti, proprio come una divisa, magari con la sola concessione una cravatta un po' più colorata. Le donne potrebbero essere un po' più fortunate, concedendosi qualche completo più casual, ma sempre entro i rigidi standard di gusto e bon ton nipponici. In altre parole, soprattutto per i giovani, l'abbigliamento assume per buona parte della vita i rigidi contorni di una “prigione" fisica e psicologica a cui è impossibile sottrarsi: lo studente che non indossa la divisa viene espulso, l'impiegato senza giacca e cravatta difficilmente fa carriera. È uno dei tanti sintomi della rigidità dell'ordinata società nipponica, che tende a omologare anche nel vestire. Tenere a freno i giovani, però, non è cosa facile, e se l'azienda e la scuola li obbligano con regolamenti scritti o taciti a determinate convenzioni, al di fuori di questi ambienti in molti cercano di prendersi una rivincita, di rivendicare un'individualità altrove negata. Sono soprattutto le ragazze a gridare, con gli abiti più che con le parole, questa voglia di libertà. A Shibuya (zona molto frequentata dai giovani) e ad Harajuku (considerato il quartiere della moda) passeggiano con grande frequenza giovani disinibite che spesso sfoggiano zeppe altissime e gonne cortissime. Appariscenti, camminano veloci, e sono costrette a coprirsi i glutei con la borsetta quando salgono le scale, per evitare che le striminzite gonne ne mettano in mostra la biancheria intima. Ma è a Omote-Sando che si ritrovano i tipi più stravaganti di Tokyo, e lo fanno generalmente il sabato e la domenica, quando sono più liberi dagli stressanti impegni quotidiani (lavorativi o di studio che siano) e dalle loro asfissianti regole. Magari si sono preparati tutta settimana, hanno "costruito" con cura meticolosa il loro abito "assemblando" pantaloni e maglietta, gonna e t-shirt, borsa e accessori vari. Già, perché ora sono privi di ogni vincolo, ogni convenzione può saltare e l'unico limite è rappresentato dai confini della propria fantasia. Ecco quindi ragazze con pantaloni rosa e maglietta verde, ragazzi con abiti tre taglie più grandi del necessario, o in accecanti completi bianchi. Ogni regola è abolita: le scarpe possono essere di colore diverso, i colori contrastarsi in modo stridente. Maschile e femminile possono confondersi, così le ragazze utilizzano accessori da uomo, mentre i ragazzi indossano gonne o scialle che sembrano usciti dalla cassettiera della nonna. È soprattutto il colore che abbaglia e stupisce. Colore, colore, colore. Colore ovunque, meglio se appariscente, fluorescente, chiassoso, kitsch. E in questo vengono in aiuto gli accessori, che sembrano il frutto della creatività di uno scienziato pazzo, in bilico tra il mecha designer di anime e lo stilista della pop art warholiana. Pistole ad acqua, siringhe, bracciali, fil di ferro, scatole, tutto si fonde dando vita a oggetti polimaterici, dall'uso imprecisato ma di grande fashion. È soprattutto l'estetica del kawaii – carino! carinissimooo!! esclamano le teenager entusiaste – che imperversa, da Hello Kitty a Dick Bruna. E sono soprattutto le materie plastiche e le trasparenze, ma sempre colorate, le preferite. Ecco quindi ombrelli di plastica, borse di plastica, pupazzetti di plastica, orologi di plastica. Anche gli oggetti di uso quotidiano, e soprattutto l'indispensabile cellulare, a cui vengono aggiunti adesivi, pupazzini, laccetti vari. È il trionfo dell'improvvisazione che si trasforma in moda, in scienza. Ogni tanto, però, bisogna cercare di mettere ordine nel caos (o nella creatività più sfrenata). Ci prova Miyama Ayumi, nel libro Fashion Girls (dell’editore Kadokawa), che fornisce consigli – tutti visivi – per un abbigliamento sì originale ma pur sempre all’interno di canoni di eleganza giovanile, che non faccia strabuzzare gli occhi ai passanti per eccesso di stravaganza. Centinaia di suggerimenti disegnati che spaziano dal tradizionale kimono al moderno occidentale. Piacevole da sfogliare e utile per trovare suggerimenti.
In Italia il volume può essere richiesto a fioridiciliegioadriana@gmail.com





venerdì 13 gennaio 2017

GATTI CONTRO LOTTATORI DI SUMO


Questo libro è estremamente semplice nei presupposti come nello svolgimento, ed è probabilmente questo il suo punto di forza. Unisce due grandi passioni, apparentemente assai distanti, dei giapponesi: il sumo e i gatti.
Innanzitutto, che cos’è il sumo? Con circa duecento anni di storia alle spalle, il sumo è uno sport nato nei templi scintoisti che hanno contribuito a renderlo una disciplina ricca di rituali. Le regole degli incontri sono molto semplici: in un cerchio di terra battuta, coperti solo da mutandoni/cintura detti mawashi (parenti dei fundoshi, mutandoni formati da stoffa arrotolata), giganteschi atleti devono spingersi a vicenda fino a quando uno dei due non cade fuori dal cerchio.
Il volume Moru and Mugi, the Sumo Stable Cats (pubblicato nel 2016) si concentra su due placidi gattoni “adottati” da una palestra di lottatori di sumo. Silenti e comodamente sdraiati, i due osservano, con con simulata indifferenza tipicamente felina, quei pachidermi umani affrontarsi sul dojo durante gli allenamenti. Oppure vengono coccolati durante i momenti di pausa, abbracciati da quelle braccia possenti che si fanno improvvisamente delicate. In pratica, i due sono i re della palestra, viziati come solo i gatti possono essere. Esclusivamente foto a tutta pagina, accompagnati da brevissimi testi (in inglese e giapponese), che scorrono veloci ma divertano e consentono di getterà uno sguardo fugace sulla vita quotidiana dei lottatori di sumo.
In Italia il volume è acquistabile da fioridiciliegioadriana@gmail.com.





martedì 10 gennaio 2017

IL FANTASTICO MONDO DI LEIJI MATSUMOTO


Nel mondo dei manga esiste uno sparuto gruppo di autori la cui importanza è superiore a quella di qualsiasi altro. Mangaka che hanno fatto la storia del fumetto nipponico, responsabili di avere dato vita a interi filoni. Così se Osamu Tezuka è considerato il "dio dei manga" per avere fornito regole e dignità letteraria al medium, e Go Nagai è famoso in tutto il mondo per i suoi robot giganti, Leiji Matsumoto è colui che ha dato forma alla fantascienza disegnata nipponica. L'ultrasessantenne (è nato a Kurume il 25 gennaio 1938) mangaka e animatore rappresenta infatti per la fantascienza classica quello che Go Nagai è per il filone robotico: una sorta di punto di partenza, un vero e proprio faro per generazioni di professionisti successivi. Con Nagai, inoltre, Matsumoto condivide la passione per le lunghissime saghe e la mania di collegare le proprie serie, quasi si trattasse di storie che si svolgono in un medesimo universo. Non a caso molti dei suoi personaggi passano con non chalance da una serie all'altra.
Leiji Matsumoto's Fantastic World è un volume parecchio datato ma in grado di fornire un bel quadro generale dell'autore e delle sue opere, con moltissime illustrazioni a colori, un breve fumetto e un bonus consistente in alcune foto di un viaggio dell'artista in Africa. Viene mostrato il Matsumoto classico, quello che ancora non utilizzava il computer, e forse proprio per questo il Matsumoto migliore, malinconico e avventuroso, fantascientifico e sognatore.
In Italia il volume può essere richiesto a fioridiciliegioadriana@gmail.com.








martedì 3 gennaio 2017

ALLA RICERCA DELLA BELLEZZA


Per chi ama i libri incentrati sui gatti, ecco un bel titolo di qualche anno fa: "A Cat of Architet", di Hiroshi Mori (testi) e Makoto Sakuma (disegni). Tra l'altro, il testo bilingue (giapponese/inglese) vi permetterà di gustarvelo appieno. Si tratta di un volume con illustrazioni a tutta pagina, affiancate da un breve testo. In una città non precisata, che ricorda una capitale europea di qualche decennio fa, un gatto osserva la realtà che lo circonda e riflette sul significato di cose, forme e funzioni. Proprio per questa sua propensione si considera un "architetto" e giunge a interessanti riflessioni davvero molto feline. Per esempio che la natura ha un "dentro" e un "fuori". "Dentro" fa sempre caldo e non piove mai, mentre "fuori" la temperatura e le condizioni climatiche cambiano. Nota, inoltre, che alcune cose si muovono e altre no, mentre alcune hanno perduto la loro funzione originaria (come un vecchio treno) eppure continuano a esistere e hanno un loro fascino, una cosa che gli pare di aver sentito chiamare "bellezza". Ma che cos'è la "bellezza"? Ecco un altro quesito a cui il gatto deve dare risposta. E per cercare questa "bellezza", che nessuno ha mai potuto toccare o leccare, si aggira per vecchi edifici, vicoli pittoreschi, stazioni di treni, angoli cittadini dalle tinte tenui, ricchi di dettagli, coperti di neve o baciati dalla luce lunare, dove altri gatti sono intenti a osservare, annusare, dormire o sono affaccendati in altre faccende feline. La sua ricerca della "bellezza" si trasforma in vita e il disegno ci incanta come le sue impronte lasciate sulla neve, mentre per un attimo vediamo finalmente il mondo con gli occhi di un gatto.
In Italia il libro può essere richiesto a fioridiciliegioadriana@gmail.com.