lunedì 30 maggio 2016

LE DONNE DI LEIJI MATSUMOTO


Il mangaka Leiji Matsumoto è conosciuto in Occidente per i suoi personaggi maschili, Harlock su tutti, ma in realtà è con quelli femminili che ha dato il meglio di sé. A esclusione di Harlock e pochi altri, infatti, gli uomini disegnati da Matsumoto sono spesso bassi e ridicoli, fin brutti. Barilotti occhialuti, esseri tarchiati e poco accattivanti. Le sue donne, al contrario, sono slanciate e bellissime, sensuali e dalla movenze aggraziate. Ma non fatevi ingannare, non sono oggetti sessuali, sono il "sesso debole", dato che si battono con una determinazione, una forza e un'intelligenza invidiabili. Persino le "cattive" Mazoniane di Harlock vantano tali caratteristiche, figuriamoci le figure positive. Molte di loro sono state raccolte nel bel volume "Illusion of Beauty", che oltre a una miriade di illustrazioni raccoglie alcuni manga brevi, tra cui un episodio della serie Sexaroid. Se apprezzate Matsumoto, non potete farvelo sfuggire. In Italia può essere richiesto a fioridiciliegioadriana@gmail.com.






LA QUINDICESIMA ROCCIA



IL GIAPPONE DI MARAINI


Difficile spiegare cosa sia un mandala. Si tratta di un termine sanscrito che originariamente significava cerchio, disco, alone, ma anche distretto, territorio. In seguito venne utilizzato per indicare un cerchio magico, infine per designare una mappa cosmica, un simbolo dell'universo. Spesso sono disegni geometrici combinati in modo complesso e armonioso. In un certo senso, il libro "Giappone Mandala" è il tentativo di rappresentare attraverso una serie di immagini (e quindi di simboli) un micro universo, quello giapponese. Il volume, uscito in lingua inglese nel 1971 (stampato qualche anno fa in Italia e riproposto recentemente in edizione economia), raccoglie infatti più di trecento foto, accompagnate da testi esplicativi e capitoli introduttivi, che vanno a comporre un complesso mosaico teso a rappresentare la realtà giapponese. Come ogni universo anche questo, in particolare questo, è ricco di contraddizioni, per quanto affascinanti e talvolta stridentemente armoniose (concedeteci questo ossimoro). Il Giappone, da lungo tempo in bilico tra tradizione e modernità, passato e futuro, si dipana sotto gli occhi del lettore, incantato da parole e immagini sulla natura, la cultura, le persone, il territorio, l'arte, la calligrafia, l'architettura, il folklore. Un ritratto in divenire, dopotutto gli universi si espandono in continuazione, realizzato da un “pittore” d'eccezione, quel Fosco Maraini che dedicò gran parte della propria esistenza allo studio delle culture orientali.

Giappone Mandala, di Fosco Maraini, Electa, 19,90 euro



venerdì 13 maggio 2016

I SAMURAI DI HIROSHI HIRATA


Hiroshi Hirata, artista nipponico che ha indissolubilmente legato il proprio nome ai manga di samurai. Nato a Tokyo il 9 febbraio 1937, Hiroshi Hirata si dedica ai manga a partire dal 1959 e subito si specializza in jidaimono, ovvero in storie di samurai dal taglio crudo e realistico. Tra le tante ricordiamo solo Bushido Zankoku Shikon Monogatari (“Racconti della crudeltà nel Bushido”) e Shikon (”Lo spirito del samurai”). In tutte le sue opere Hirata insiste molto su una visone epica, per quanto violenta e talvolta spaventosa, del samurai, tanto che lo scrittore Yukio Mishima, da sempre sostenitore delle tradizioni e della figura del samurai guerriero, dichiarò di essere un suo fan. In Giappone gli è appena stato dedicato un volume, "Transcendent Samurai" (acquistabile in Italia da fioridiciliegioadriana@gmail.com), che mostra le sue doti di disegnatori e svela qualche segreto sulle sue tecniche di lavoro.
È sufficiente visionare un paio di immagini di questo libro per trovarsi completamente immersi in un mondo antico e violento, dal fascino indiscutibile. I samurai sono spesso al centro dell'attenzione e dell'immagine, ed è la loro fierezza, che traspare dagli sguardi penetranti come dalle pose maestose, a colpire per prima il lettore. 
Il tratto classico e accurato di Hirata li rappresenta in modo preciso nelle anatomie come nelle pose, prestando grande cura anche agli abiti e agli oggetti che sono un tutt'uno col loro essere guerrieri: i kimono, le armature, le spade. Il disegno ricco di particolari, il tratteggio fitto e sicuro riportano in vita samurai realmente esistiti (come Nobunaga Oda e Ryoma Sakamoto) così come guerrieri inventati, eppure altrettanto realistici in virtù di quei valori che sanno incarnare al meglio. 





mercoledì 11 maggio 2016

LA FANTASCIENZA DI MOTO HAGIO


In Giappone è stato recentemente pubblicato un volume dedicato alle illustrazioni a tema fantascientifico di Moto Hagio. L'iniziativo fa il paio con una mostra ancora in corso in quel di Tokyo. In Italia, il volume può essere acquistato presso fioridiciliegioadriana@gmail.com.


Ecco una scheda dell'autrice.
Nata nel 1949, Moto Hagio comincia la carriera di mangaka a soli venti anni, nel 1969, nonostante la ferma opposizione dei genitori, che la considerano un'attività poco seria. Attualmente è considerata una delle madri degli shojo manga, padroneggiando tutti i filoni di questo genere: dal romantico allo storico, dall’horror alla fantascienza fino ai manga con tematiche omosessuali. Tra le sue opere più famose vanno ricordate almeno Juichigatsu no Gimunajiumu (“Il novembre del ginnasio”, conosciuto anche col titolo The heart of Toma), del 1971, ambientato in una scuola tedesca; i fantascientifici They were eleven e A, A Prime, conosciuti anche in Occidente, e i meno noti Poe’s Clan e Marginal. Con un tratto tipico del genere, che predilige i personaggi e delle tavole tese a evidenziare le emozioni, Moto Hagio imbastisce delle storie in cui i sentimenti hanno un forte peso e i personaggi sono sempre al centro dell’attenzione, senza però sminuire le trame, solide ed elaborate. I character maschili. generalmente dall'aspetto longilineo ed efebico, si muovono lungo tavole in cui gli sfondi, pur non essendo obiettivi prioritari, sono spesso ben curati. Il suo approccio alla fantascienza, genere che sa padroneggiare con grande abilità, è sempre poco incline all'azione, quanto piuttosto alla riflessione sulla tecnologia e sull'influenza che una particolare scoperta può avere sull'essere umano e sulle relazioni sociali. Tra i suoi manga trasformati in anime vi sono Terra e… (“Verso la Terra…”, film del 1980) e They were eleven (film del 1986). Moto Hagio è attualmente ancora molto attiva sulla scena fumettistica giapponese.


LA BIBLIOTECA DI MURAKAMI


mercoledì 4 maggio 2016

RYOICHI IKEGAMI SOTTO I RIFLETTORI


Disegnatore popolare anche in Occidente, Ryoichi Ikegami è nato a Fukui nl 1944. Esordisce sulla rivista Garo all’età di 22 anni. Raggiunge la popolarità nel 1974 grazie al manga ”Otokogumi” (”Bande maschili”) su testi di Tetsu Kanya, giungendo anche a realizzare in solitario le avventure di un Uomo Ragno in versione nipponica. Tra i suoi manga più conosciuti e tradotti all’estero vi sono ”Mai” e ”Crying Freeman”. Il primo, del 1987 e su testi di Kazuya Kudo, è la storia di una ragazza dotata dio poteri esp. Il secondo, su testi di Kazuo Koike, narra le gesta di un killer della mafia cinese. Tra le molte altre sue opere ricordiamo almeno ”Sanctuary” e ”Strain”. Enormemente evolutosi nel corso degli anni, il tratto di Ikegami è dettagliato e realistico, puntando su una trasposizione fedele della realtà e su uno storytelling di tipo cinematografico, ricco di primi piani e ”fermo immagini” tesi a sottolineare la drammaticità delle situazioni.
Il volume "Wild & Beauty" (dall'insolito formato quadrato) recentemente pubblicato in Giappone, sottolinea proprio tali aspetti, mostrandone anche le doti di illustratore oltre che fumettista. Una raccolta di immagini a colori, tra cui anche tavole, di cui spesso vengono mostrate anche le fasi di lavorazione, dal disegno a matita fino alla colorazione, nonché strumenti e tecniche usate. Utile, quindi, anche per aspiranti mangana.
Il volume in Italia può essere acquistato da fioridiciliegioadriana@gmail.com.